Manoscritto 1992.


Tra le varie tecniche da me impiegate (le opere esposte le dimostrano), il problema di un'apparente somiglianza tra pittura e scultura o tra fotografia e incisione è solo una scelta di campo o di resa, esponenziale. La fotografia, come il disegno o l'incisione, sono mezzi espressivi per realizzare un'opera appagante.
Credo fermamente al risultato ottenuto con Allevamento di ombre, nella triplice versione di pittura, grafica e scultura.
Sono partita dall'idea di base (quella di una forma investita da una fonte di luce e quindi dalla sua proiezione) direttamente con l'incisione, sperimentando la cera molle per le ombre, fingendo il vero ovviamente, nel senso che, comprimendo una forma sulla lastra incerata a molle ne ricavavo l'esatta impronta, quindi l'equivalente dell'ombra desiderata.
Successivamente, il desiderio di una grande tela con questo soggetto mi ha costretta ad un lavoro lungo di circa tre mesi per la preparazione del grande telaio, dei cartoni d'abbozzo e l'invenzione del colore.
Il riferimento era sempre e comunque la piccola incisione, il calco prima operato per le ombre, che ora, sulla tela, diveniva colore spirituale. Ogni forma, dal pigmento pittorico, diveniva una nuova realtà espressiva, quella realtà operata dal canto della mia luce interiore.
Per l'abitudine a fotografare tutte le opere nei momenti di tregua (la domenica pomeriggio), mi sono trovata con la foto di Allevamento di ombre tra le mani, ovviamente nel piccolo formato 10x15.
Ripensando al calco originale in cera molle, ho deciso di passare a scultura il dipinto.
Ho iniziato così nel gennaio di quest'anno la prima serie di sculture policrome patinate.
Con Afternoon ho rinnovato quel desiderio. L'opera è della primavera dell'anno scorso, il luogo è Genova. Nel cuore della città, su una sopraelevata alla ricerca di un parcheggio, fui sorpresa da una balaustra Art-nouveau, così ornamentale in quella passeggiata d'obbligo.
I motivi iconici e stilistici di quelle forme, la mia preferenza impostata sulle curve e le sue varianti, mi hanno dato la possibilità di interpretare con tinte assonanti e iridate la luce di quel giorno.
Ho ripetuto anche con Afternoon tutti i passaggi di allevamento di ombre, realizzando un'opera grafica multipla: pittura, scultura e fotografia.
Tra le opere pittoriche non esposte (ne esiste solo la versione in bronzo), quella a me particolarmente cara è Grande evoluzione. Una tela perduta, di dimensioni notevoli (120x120), che, nonostante i miei ripetuti appelli attraverso quotidiani e televisori locali, non ho più avuto il piacere di rivedere. Un banale incidente (un trasporto male protetto), me ne ha fatto perdere le tracce.
La sua perdita ha lasciato un grande vuoto e ad ogni personale ne avverto più forte la mancanza.
L'attuale bronzo riproduce il dipinto in tutti gli elementi strutturali, i colori della tela sono irripetibili.
Dopo questa personale preparata con tanta passione, ho in progetto una serie di disegni di gioielli sui temi qui presentati e a me più cari.
Non trascurerò ovviamente l'impegno in accademia con gli allievi, per come sono abituata a "donare", anche sacrificando la mia attività artistica, una rinuncia a volte non compresa.

Settembre 1992
Lydia Lorenzi.