Materializzazioni Emozionali.


L'antropologia dell'arte è attenta ai prestiti culturali che si verificano all'interno di presidi espressivi diversi. Molti di questi scambi sono di matrice semantica. Qualificativi che si sostanziano in un determinato contesto culturale possono venire utili in un secondo, purché questo sia in qualche modo contiguo al primo. Nel nostro caso, il riferimento è contemporaneamente al dominio pittorico e scultoreo e a quello musicale. Si pensi, per esempio, a un prodotto linguistico chiave per la determinazione della bontà di un'opera d'arte, quello di euritmia. Il vocabolo è di matrice musicale (buon ritmo). Esso però viene sempre più frequentemente usato dai critici d'arte per definire l'armonia estetica di un dipinto, in relazione alla sua processualità intima. Anche il termine armonia, peraltro, ha una derivazione musicale.
L'antropologo culturale guarda soprattutto agli "universali" dell'uomo. In termini di associazione forma – colore –suono musicale – stati d'animo. W. Kandisky ci fornisce un esempio di questa chiave di lettura universalistica. L'antropologo, pressato come dal presupposto metodologico del "relativismo culturale" è un sospettoso e diffida delle generalizzazioni. Egli ci informa, per esempio, come un colore possa avere una valenza emozionale diversa in riferimento a specificità ambientali dissimili. C'è poi un terzo livello di analisi, quello che chiama in causa i dialetti pittorici - gli idiomi espressivi - dei singoli artisti. Qui viene preferenzialmente chiamato in causa lo psicologo dell'arte.
Ebbene, Lydia ci invita a collocare le nostre riflessioni su questo terzo registro. La nostra artista punta soprattutto su delle pittosculture essenziali quanto cromaticamente ricche di vivaci contrasti. Il suo pronunciamento è teso a trasporre il senso intimo di uno strumento e la sua specificità musicale su un piano diversamente colorato. Possiamo avere così un "Blu contrabbasso" e un "Rosso contrabbasso" capaci di attirare la nostra attenzione, di sollecitare la nostra curiosità e di produrre in noi una produttiva spinta conoscitiva.
Per certi versi potremmo essere tentati ad associare al primo prodotto uno stato d'animo caratterizzato da striature spiritualistiche (blu) e al secondo una pulsività vitalisticamente marcata (rosso). Il rischio di valutazione banale e gratuita sarebbe nella contingenza elevato. Potremmo poi complessificare la situazione introducendo la variabile "forma". Il nostro pensiero va soprattutto ai frammenti formali costitutivi le opere della nostra protagonista. Anche in tal caso non si andrebbe però molto lontani. Credo che per valutare al meglio i suoi lavori occorra introdurre un fattore estraneo alla catena forma - colore - complesso raffigurato. Il riferimento è al gioco.
Lydia gioca. Nel far ciò dimostra di rispettare dei principi quali quello dell'euritmia, ma lo fa in libertà. Il suo è un gioco musicale e tattile. Per usare una categoria musicale: compone con frammenti materici delle verità intime che rinviano a due sue incrollabili passioni: la pittura e la musica. Dando corpo creativo alla propria immaginazione, Lydia ci costringe ad interrogarci su ciò che fa. La prima reazione dello spettatore rinvia alla categoria della sorpresa. A seguire, è facile gli venga in mente la presenza di un artista capace di notevole maestria esecutiva. Infine: la risonanza intima che ogni artefatto artisticamente pregnante sollecita in quanti lo ammirano ci spinge a ritenere che uno "spettatore tipico" sia probabilmente portato a pensare di trovarsi di fronte ad una persona che sta bene con se stessa e che voglia diffondere, con le proprie opere, un messaggio di armonia e di serenità. Ed è omologandomi a questo percettore, che saluto con piacere la bella mostra di Lydia Lorenzi.

Treviso, febbraio 2003
Ruggero Sicurelli, psicologo dell'arte.

RUGGERO SICURELLI, laureato in sociologia e in psicologia. Condirettore di scuola arte terapia di Padova. Professore per il corso di specializzazione di psicologia all'università di Padova. Da tempo si occupa di psicologia dell'arte. Autore di numerosi volumi, ha fra l'altro pubblicato "Arteterapia, la creatività che cura, Sapere Padova, "Occhi e occhiali nella storia dell'arte", MIDO, Milano e "Tecniche per lo sviluppo della creatività artistica" Erickson, Trento. Per le edizioni Editing-Art ha in preparazione il volume "Psicanalisi dell'arte". In ultimo la pubblicazione del volume "Picasso allo specchio"(alle origini della creatività artistica), che, nella sezione intitolata "PICASSO rispecchiamenti", presenta opere di giovani artisti di livello internazionale dedicate a Picasso. A Chieti è direttore della galleria d'arte moderna "Il cerchio rosso", di recente apertura, dove saranno invitati ad esporre soprattutto giovani di talento provenienti da diverse nazioni. Nella stessa sede organizzerà seminari di arteterapia e di creatività artistica.

Nota:
"Blu contrabbasso" e un "Rosso contrabbasso" si trovano nelle opere Strumenti musicali
"Picasso allo specchio" si trova in bibliografia.